tante belle cose

Sotto i nostri occhi passano ogni giorno moltitudini di "cose" belle e "cose" brutte.
Mi piacerebbe commentare e portare all' attenzione di ipotetici lettori alcune di queste "cose" che hanno catturato la mia attenzione, attenendomi principalmente al campo del design e della comunicazione; il tutto sotto il segno dell' onnipotente "secondo me".

lunedì 18 gennaio 2010

De Biasotti et Burlando



Non me ne è mai fregato granchè della politica, tanto sono tutti ladri, chi più e chi meno.

Mi sembra interessante però confrontare le due campagne elettorali, sia a livello grafico che concettuale; premetto che ho lavorato recentemente in prima persona alla campagna di Biasotti, in particolare alla realizzazione del suo spot televisivo e in passato ho avuto modo di lavorare anche per Burlando.

La campagna di Biasotti: è incentrata prettamente sulla sua immagine: il prode condottiero stà per varcare il bisagno per riappropriarsi del suo regno.Il dado è tratto?
Una campagna basata sull'egocentrismo e su una frase che vuol dire "tutto e niente" può essere sufficiente per penetrare le menti degli elettori?

"Io ci sono e tu?"

"No"
"Dove?"
"Con chi, con te??"
"Ovvio che ci sono non son mica morto"
"E tu ci sei o ci fai?"
"Si ci sono, son qui, e dunque?"

Questa è una serie di risposte stupide ad una domanda stupida.
Normalmente un responsabile marketing esperto sa bene che non è costruttivo porre al pubblico una domanda chiusa; una domanda la cui risposta può essere "si" o "no" è una pessima scelta; una domanda del genere, dove si gioca (male) con il principio della cancellazione, rendendola ambigua, ritengo che sia una scelta quasi campata in aria.
La gente non è stupida a tal punto, non si fa abbindolare così facilmente, con uno slogan che vuol dire tutto e niente, ma soprattutto niente.
Non stiamo pubblicizzando un caffè, stiamo parlando della vita delle persone e del loro territorio, del loro futuro e del futuro dei loro figli.

In ultimo abbiamo assistito all'esasperazione dell'egocentrismo del candidato negli ultimi cartelloni apparsi: troviamo la gente alle sue spalle, quella stessa gente alla quale si professa vicino, abbassata di opacità al limite della visibilità e pure sfocata, con lui che si staglia eroico, ritagliato per benino.Bah.
Come dire che la gente non conta niente e tutta l' importanza viene data al politico.
Mi ripeto: bah!

La campagna di Burlando: che dire, a livello grafico quando ho visto quei fontoni rossi con outline bianco, personalmente, non sapevo se ridere o se piangere; orribilmente impaginati con foto orribli; peggio non si poteva fare di sicuro.
Eric Gill si rivolterebbe nella tomba.
MA, c'è un "ma": andado oltre questo muro di bruttezza possiamo notare come questo candidato non abbia puntato prettamente sulla sua immagine ma abbia provato a mettersi nei panni degli elettori, della povera gente, della gente che ha bisogno di qualcuno che faccia qualcosa di concreto per loro, provocando un minimo di empatia; non si sa se Burlando farà veramente qualcosa per loro, ma di certo dà l'idea di essere vicino alla gente; la sua foto è piccola, non si trova sui tutti i cartelloni, si dà spazio nelle grafiche alla voce dei cittadini e questa mi pare una buona idea a livello di marketing e sul piano umano.
Ma una buona idea può passare attraverso una brutta grafica? Mah, forse si, forse no, forse in parte; probabilmente poteva passare molto meglio.

Queste sono le mie opinioni sulle due campagne, basate sulle mie competenze tecniche e sul mio gusto personale, spero che altri possano aggiungere elementi interessanti a questa discussione.

2 commenti:

  1. burlando non è in galera per tangenti solo per averci mandato altri al posto suo, forse il grafico che ha lavorato a questi cartelloni ce l'ha con lui...
    chiunque voterà burlando, comunque e cartelloni a parte, è proprio uno che non capisce nulla non solo di grafica..dopo quello che sta combinando...belin..povia zena...

    RispondiElimina
  2. probabilmente hai ragione...per questo non ho affrontato il discorso politico, tanto il range di scelta che abbiamo varia tra la padella e la brace, come al solito.

    RispondiElimina

Informazioni personali

Genova, Italy
Elia Gardella, dottore in disegno industriale, fonda il marchio del cavallo-gallina nel 2006. Attualmente lavora come graphic/motion designer freelance a Genova e collabora con professionisti della zona.